I gatti insegnano a vivere, i cani ad amare

Se avete animali domestici, sapete di cosa sto parlando, ma avevate mai riflettuto sulla possibilità di applicare la filosofia animale alle persone?
Ci sono umani pro-gatti e pro-cani, io sono bi-pro, li amo entrambi, ma se si trattasse di un partner, non avrei dubbi perché i gatti insegnano a vivere, i cani ad amare.
Per chi ama da cani, ovvero male, aspetti un mio prossimo post sull’argomento.

La mia gatta Amedea, è arrivata in famiglia come trovatella, si metteva alla mia finestra e guardava dentro casa, come una bambina col naso schiacciato sulle vetrine di un negozio di giocattoli o di dolciumi. Sembrava un po’ la piccola fiammiferaia.
Dal momento in cui la feci entrare, divenne senza dubbio alcuno la regina incontrastata della casa e mi rese sua suddita devota e ubbidiente.

Amedea aveva un caratterino niente male, assolutamente refrattaria alla socializzazione con gli altri gatti, che schifava manco avessero morbi contagiosissimi; mi aveva individuata come umana preferita, ma se ne andava e veniva da me a suo piacimento.
Era perlopiù indipendente, si faceva viva se aveva fame o qualche necessità di cui io, Umana, potevo occuparmi; era estremamente elegante, aggraziata, agile e seducente, bellissima da vedere e molto divertente da guardare quando giocava o le partivano gli istinti felini.

Un gatto che ti si avvicina, ti fa un regalo; e quei piccoli colpetti di testa o i morsetti delicati (che sono i loro modi per dimostrarti affetto) ripagano delle graffiate a tradimento o delle occhiate indifferenti.
Ti fanno sciogliere come il trucco in estate senza il fissatore.

Un gatto ti ama follemente solo ogni tanto, alternando ciò alla capacità di farti sentire miserabile, non degnandoti di uno sguardo.
E ciò è reso possibile dalla tecnica, inconsapevolmente messa in atto, della ricompensa a intermittenza, un evento psicologico per cui se ti do un dolcetto ogni tanto, ma non sempre, in risposta ad una tua stessa azione, ti renderò dipendente da me, molto più in fretta che se ti premiassi ogni singola volta. Così per me è molto vantaggioso, perché risparmio in dolcetti, ma tu ti intestardisci e cerchi il più possibile di ricevere il premio comportandoti proprio come voglio io.
Geniale no?
Da qui il termine gattamorta relativo alle femmine e il ragionamento “è solo spaventato, ma in realtà mi ama, sennò perché mi girerebbe ancora attorno?” a proposito di alcuni maschi.
I gatti si fanno amare e tu li contempli come fossero divinità bellissime e potentissime.
Avete una propensione naturale e inconsapevole per tipini così? Ecco. Siete tipi da gatti.
Libertà reciproca, divertimento condiviso, ma ognuno a casa sua, per piacere.

Amedea è rimasta nella mia casa d’infanzia perché abituata ad avere un giardino in cui divertirsi; ora con me c’è Nina, una cucciola di Cavalier King Charles Spaniel.
Nina è un concentrato di occhioni languidi, leccatine, codina svolazzante e zampette ticchettanti. Non puoi non amarla, ma soprattutto lei non può non farti sentire amata, di quell’amore assoluto e adorante, qualsiasi cosa tu dica e faccia.
Un cane richiede molto tempo, cure e dedizione. Dipende totalmente da te e ne sei responsabile, in toto. Può imparare tantissime cose se hai la pazienza di insegnargliele.
Il cane è il migliore amico dell’uomo e ti dimostra ogni giorno cosa sia la lealtà.
È sempre felice di vederti, si dimentica in fretta se qualche volta hai avuto una brutta giornata e sei stato brusco, gli basta stare con te ed è tutto meraviglioso.

Amedea, rientrando dopo essere stata fuori casa, mi guardava come per dire: ah, eri uscita?
Nina quando mi vede uscire viene colta da una angoscia nera che quando torno, anche solo dopo 5 minuti, mi fa una festa che neanche al carnevale di Rio.

Nina ti guarda ed è come dicesse: quanto ti amo! Sei bellissima e così intelligente. Ti trovo pure dimagrita, mi piace tantissimo il tuo profumo, soprattutto quello che sento sui tuoi calzini usati, che è? Nettare degli dei? Che me ne presti un po’ che lo uso per fare aromaterapia? Voglio stare sempre con te, sei così meravigliosa che mi sento sopraffare dalla gioia!

Amedea ti guarda ed è come se ti dicesse: amami, mia schiava! Come stai bene con quelle occhiaie, fanno pendant con il colorito grigino che hai da quando ho deciso di svegliarti ogni mattina alle 4 per fare risveglio muscolare assieme, così chissà che perdi due etti. A proposito, ho vomitato sul tuo maglione preferito, che comunque ha un colore smortino che si abbina perfettamente con il rivestimento interno del divano che ho provveduto ad estrarre! Ora fatti un giro che mi stai a rubà l’aria!

Bisognerebbe vivere con indipendenza e autosufficienza, muovendosi sinuosi fra gli ostacoli della vita, curiosi verso ciò che ci interessa davvero. Anche un po’ opportunisti, comunque capaci di essere dolci e affettuosi, ma mai a caso e mai senza senso.
Sarebbe bello poter giocare, mangiare e dormire tutto il tempo, facendo solo le cose che ci piacciono. Bisognerebbe essere un po’ stronzi a volte, ma irresistibilmente favolosi, inconsapevolmente divertenti, capaci di lottare per difendere ciò che è nostro, capaci di tirare fuori gli artigli o mettersi in salvo quando butta male. Bisognerebbe amare con gioia, fiducia, generosità e buon cuore.

Sta a noi saper dosare le due attitudini! Che siate gatti o cani, mischiate il meglio di entrambi.


(Ho un’amica che fra cani e gatti ha scelto una coppia di pesci rossi, ma questa è un’altra storia).

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