Buon 2018 al club dei "Mai Una Gioia"
E’ il primo giorno dell’anno, un nuovo inizio, seppur deciso
in modo arbitrario e convenzionale, ma sempre il primo giorno di qualcosa di
nuovo.
Perché non sfruttarlo al meglio?
Un buon compromesso fra sognare e avere i piedi per terra è
essere ottimisti, ma disillusi.
Che ad illudersi, si sa, si fa sempre in tempo.
In questo periodo dell’anno spesso si fanno dei bilanci su
se stessi, sulla propria vita, sugli obiettivi raggiunti o ancora lontani;
insomma, si riflette se ci piace o meno il punto della nostra vita in cui ci
ritroviamo.
Solitamente, per i tanti membri della comunità Mai una gioia, questo bilancio non è un
granché.
Si comincia a dare per assodato che le favole non esistono,
la Fortuna è davvero cieca, ma la Sfiga ci vede benissimo ed ha una predilezione
sempre per i soliti individui su cui talvolta si accanisce non senza una buona
dose di ironia.
Non aspettare una gioia,
perché probabilmente e forse anche sicuramente, senza ombra di dubbio alcuno,
la gioia non arriverà.
È che ci hanno detto il contrario fin da piccoli attraverso
le storie e le favole.
I buoni vincono sempre, se ti impegni avrai un ottimo voto,
se mangi sano e fai sport sarai in salute (beh, questo è vero, ma non esclude
comunque che tu possa ammalarti), se sei generoso e disponibile avrai tanti
amici, se sei fedele e amorevole starai con lei/lui per sempre.
La realtà non inizia con “c’era una volta” e non finisce con
“e vissero tutti felici e contenti”; nella Vita Vera anche se ti comporti bene,
sei buono e segui le regole, non hai quello che vuoi, non ricevi un premio e la
non hai il tuo lieto fine.
Per chi non ha la minima idea di che cosa siano le gioie, a dirla come Totò, sono attimi
minuscolini di felicità, soddisfazioni, rivincite, successi anche piccolini che
dovrebbero rendere la vita piacevole. Ah, parlo solo per sentito dire,
ovviamente.
Per chi non solo è baciato dalla sfortuna, ma intrattiene
con essa importanti sessioni di amoreggiamento, le gioie sono un miraggio, una
chimera irraggiungibile, un apostrofo roseo fra le parole “no, tu no”.
Le leggi di Murphy diventano il proprio Virgilio personale nel
traghettamento quotidiano, prima fra tutte la sacra norma: se qualcosa può andare storto, andrà storto.
Siccome la mente umana cerca di dare un senso a tutto, perdiamo
gran parte delle energie a razionalizzare la nostra condizione di membro ad
honorem di questo club.
Andiamo a cercare la causa del perché noi non abbiamo un lieto
fine, perché non abbiamo quella maledetta/benedetta promozione, perché il tipo
o la tipa che ci piace non contraccambia le nostre languide alzate di
sopracciglio, perché non riusciamo ad essere l’anima della festa (anche se lo
vorremmo tanto) e invece diventiamo tutti rossi se stiamo al centro
dell’attenzione.
Finiamo col convincerci davvero che dev’esserci qualcosa di
sbagliato in noi; il motivo è che siamo
brutti, troppo grassi o troppo magri, stupidi o troppo intelligenti per questo
mondo infame.
In sostanza, il motivo dell’assenza di gioie c’è ed è colpa
nostra. Questa è la nostra conclusione più ovvia.
Beh, ho una rivelazione da farvi.
Tenetevi stretti gli ammenicoli, serrate le dentiere e
chiudete gli occhi.
No, gli occhi no, sennò non potete leggere la sensazionale
rivelazione.
NON E’ COLPA VOSTRA. Ta daaa. Davvero. Non lo è.
Ci convinciamo che lo sia perché ciò risponde ad un bisogno
fondamentale dell’essere umano, ovvero: avere il controllo (voler avere TUTTO
sotto controllo invece non è un bisogno fondamentale dell’essere umano, ma sta
alla base del disturbo ossessivo, per cui occhio).
Se è colpa mia, la cosa è accettabile perché posso in
qualche modo rimediarvi o modificare me stesso, e quindi posso sperare che le
cose cambino in fretta in maniera controllabile.
Se non è colpa mia, o addirittura, non è colpa di nessuno,
allora la cosa è spaventosa, o spaventevole direbbe qualcuno, perché va
accettata così, è imprevedibile e di conseguenza genera ansia e paura.
Se il fatto per cui non ho ancora trovato l’anima gemella
nonostante sia bravo, bello e buono, è dovuta al caso, allora significa che non
ho nessun controllo sulle cose che capitano, seguono anarchia, paura, morte
improvvisa dell’ego e ciao a tutti.
Siamo tutti sulla stessa barca, fragili e disillusi, in
cerca di una gioia con il lanternino.
C’è chi si sente solo ed effettivamente lo è, chi si sente
solo in coppia o seduto ad una tavolata piena di gente.
Smettila di pensare che ci sia qualcosa che non vada in te
che spieghi la tua condizione.
Non sei triste o solo perché lo meriti.
A volte alle persone capita quello che capita per puro caso,
non se lo meritano in senso stretto, né in un senso né nell’altro.
La maggioranza delle persone che in questo momento sta
soffrendo nel mondo, non ha nemmeno la metà di ciò che tu hai ora.
Discorso banale? Sì, lo è, tremendamente, ma quanto è vero!
Pensi che loro si meritino quello che non hanno al pari
delle persone che hanno molto più di te ora?
Qual è il punto? Il punto è che devi smetterla di aspettare
una gioia e languire
nell’autocommiserazione.
Il punto è che seguire i tuoi valori, gli ideali, la vocina
della coscienza o del grillo parlante è profondamente e romanticamente giusto.
I valori che ti hanno insegnato, il sogno di un futuro
migliore, fanno da baluardo contro tutto e tutti, sono il perno a cui
aggrapparsi quando la tormenta imperversa; ma non hanno senso se tu non
realizzi ogni giorno la tua piccola felicità, con le tue mani.
Credi in te stesso e
nella capacità di autodeterminare il tuo presente.
Non aspettare che sia lunedì per iniziare la dieta o la palestra,
non aspettare di laurearti o di sposarti per finalmente iniziare a vivere, non
aspettare di dire o fare quella cosa che stai pensando da tempo, perché la vita
è ora, adesso.
La vita è mentre stai studiando quel maledetto librone per
l’esame, è una mattina qualsiasi fatta di gente qualsiasi in treno, è un saluto
distratto alla persona con cui vivi, è quel bacio a stampo che ti lanci allo
specchio appannato dopo la doccia perché se non lo fai tu non lo fa nessun
altro, è la coda in cassa al supermercato che si forma dietro di te mentre non
riesci a separare i due lembi del sacchetto di plastica per iniziare ad
imbustare.
La tua situazione attuale, per quanto insoddisfacente o
noiosa, è tutto ciò che ti è concesso al momento.
Per cui devi alzare il derriere e fare di questo momento, di
questa situazione e di questo periodo, qualcosa per cui valga la pena vivere.
Come farlo? Beh, i modi sono tantissimi, basta fare un po’
di pratica.
Perlopiù sono cose che possono sembrare insignificanti e
trascurabili, ma che possono traghettarti al di là dell’impasse.
Fare attività fisica (esistono diverse app valide o video
tutorial su youtube), vederti un film, iniziare finalmente quel libro, fare una
passeggiata, fare i biscotti, coccolare il cane, acquistare un audiolibro
online, suonare i campanelli dei vicini e scappare correndo, pulire e lucidare
la scarpe, ordinare i libri per argomenti, mandare un messaggio e dire a
qualcuno che gli vuoi bene.
Nessun consiglio è più prezioso di quello di creare in ogni
momento, in ogni istante, la nostra personale gioia autodeterminata. Questo sì che è aver controllo sulla propria
vita!
Allora? Che farai oggi per crearla da te questa tua
personalissima gioia?
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