Guida semiseria per cuori spezzati

Se state navigando a vista nell’impetuoso mare burrascoso della fine di una relazione, ecco a voi qualche riga che possa farvi da guida. 

Mi isserò a vessillo pro cuori acciaccati, sarò il vostro faro nella notte, la spada sguainata contro gli uccisori di endorfine e serotonina, il maestro zen che non volevate, ma che vi beccate comunque, perché in quanto a mal d’amore io sono campionessa triplo salto carpiato con avvitamento, un po’ per esperienza sul campo e un po’ perché faccio questo lavoro da tanto tempo. 

Magari state soffrendo per mille altri motivi, e non necessariamente perché siete usciti da una relazione di recente. 

In ogni caso, il dolore funziona più o meno nello stesso modo, magari ne ricavate qualcosa di utile anche voi.


Regola fondamentale numero uno


Se siete stati piantati o avete piantato qualcuno beh, la prima bella notizia è che è il momento di una rinascita. 

Essere piantati da quel giardiniere del vostro ormai ex-partner, implica che vi sia un terreno dove vi ha collocato e in cui ha ficcato le radici. 

Chissà con quanta cura poi… 

Vi immagino così, con quello là che vi ha detto arrivederci amore ciao e voi state lì coi piedi (e gli occhi) umidi. 

Se invece avete piantato voi un altro essere umano, spero lo abbiate almeno annaffiato, come piccolo incoraggiamento. 

Va’, rifiorisci lontano da me.

In ogni caso, vorrei farvi riflettere su una cosa, si pianta qualcosa per vederla germogliare, fiorire e crescere. 

So che è una metafora che ora non vi fa stare meglio, infatti è solo la regola fondamentale numero uno: sapere che ci sarà una rinascita, che richiede tempo e cura, oltre a delle condizioni ambientali favorevoli.

Nessuna piantina cresce senza sole, con un terreno sterile, con troppa o troppo poca acqua, in corrente d’aria e con un cane che gli mozzica le foglioline .

Quindi anche tu, piantati in un posto accogliente, prenditi cura di te e spendi sapientemente le tue energie. 

Che siano casa, lavoro, amicizie: se sono ambienti che non vanno bene per te, prestaci attenzione e aggiusta qualcosa.

Già vedo un piccolo germoglietto che ti cresce dietro l’orecchio.


Ricorda i principi fondamentali della sopravvivenza


Se stai male molto probabilmente stai dormendo poco, fai fatica ad addormentarti o ti svegli un sacco di volte durante la notte.

È normale! Il tuo organismo è stressato e non gli sembra sensato farti rilassare visto che per lui sei in una condizione di minaccia. 

Poco importa se non sei in pericolo di vita, gli ormoni dello stress sono in circolo e ti tengono su di giri. 

C’è la tua pellaccia da salvaguardare! 

Meglio tenere gli occhi aperti per il tuo cervello!

Probabilmente anche l’appetito è diverso, magari in eccesso o in difetto, oppure ti viene da buttarti sulla Nutella o le patatine, oppure sulla Nutella con le patatine, questo ultimo caso è gravissimo, indice di una condizione estrema di sofferenza! Ha! Tieni duro e continua a leggere.

Se ti viene da piangere tutto il tempo, non preoccuparti, va bene sfogarti e buttar fuori sta carica emotiva che senti dentro. 

Ricorda solo di bere tanta acqua per reidratarti e mettiti la crema sulla faccia che poi ti vengono le rughe da faccina triste e fronte corrucciata, che la ruga del pensatore va bene solo se sei filosofo e in qualche altro raro caso tipo Sean Connery.

Fai attività fisica e stai un pochino all’aria aperta… Il sole, ricordi?

Puoi fare quello che ti piace di più, anche se non sei sportivo (se lo sei, torna subito in palestra o a fare lo sport che facevi prima), puoi uscire a camminare, fare le scale dentro casa o nel palazzo dove abiti, provare qualche app di fitness (quella della Nike che si chiama NTC è gratuita e ci trovi di tutto), ma vacci piano se sei neofita che poi ti incricchi.

Muovendo il corpo, vanno in circolo le sostanze del buonumore. 

So che ti sembra una cavolata, ma lo sanno molto bene gli amanti della corsa. Sennò non si spiega cosa li porti a sgambettare in lungo e in largo! Sono drogati di endorfine.

Fa bene ed è gratis farsi di benessere! Prova. 

Io non sono per nulla sportiva, ma è scientificamente (ed empiricamente da me) dimostrato che serve, anche poco pochino, ma non pochissimo eh!

Altro aiuto: la meditazione. Impari a concentrarti e a lasciar andare.

Se ne parla ormai da un sacco e anche i sassi oggigiorno tengono corsi di mindfulness e pratiche di rilassamento dopo qualche ora di formazione (è un’occasione per me per ricordarti di rivolgerti a veri esperti e non a gente improvvisata. Ci sono professionisti che studiano mindfulness per anni, non in un corso di 30 ore).


Affronta il dolore


Il dolore va un po’ a ondate.

Resisti. 

Come quando il mare o l’oceano ha onde altissime e poderose che ti travolgono e ti buttano sotto… Tu trattieni il respiro, non capisci se sei a testa in giù e se hai ancora il costume addosso, ma ti tappi il naso e l’onda fa un po’ come vuole.

Dopo passa. 

Riemergi e va un po’ meglio.

Anche spettinato o col costume fra le chiappe.

Resisti. 

Ce la fai. 

Anche se pensi di no. 

Non scappare, non cedere. 

Resta lì. 

Poi passa. 

Promesso.

Affronta un’onda alla volta.

Insegna al tuo corpo e alla tua mente che puoi contare su di te in questo momento.

Resistere all’onda di dolore è come fare il plank per diversi secondi. 

Vorresti mollare, ma è grazie alla fatica che ti fortifichi. 


Gestisci il dolore con piani di azione


I pazienti ossessivo-compulsivi per gestire un’ossessione e la paura collegata, si mettono a fare cose che apparentemente li fanno stare meglio. Dico apparentemente perché in realtà stanno sviluppando una compulsione che diventa un altro problema in aggiunta a quello originario che la compulsione dovrebbe gestire o attenuare.

Fatto sta che si preoccupano di compiere delle azioni fisiche (o mentali) per gestire la paura e l’insicurezza.

E se imparassimo un pochino da loro? 

Non suggerisco di diventare dei pazienti doc con il DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo)…  (Ah, le mie battute pessime sono un must che non fa ridere, ma che mi rifiuto di abbandonare).

Suggerisco di: concederti di piangere e stare male ma non tutto il giorno, rendere le giornate produttive e anche se non hai nulla da fare e stai male, puoi sempre sistemare i cassetti, buttare via cose inutili, catalogare, pulire, spiluccare i maglioni, riciclare, cucinare… sistemare casa è un po’ come sistemare dentro di sé. 

Dopo averlo fatto magari sarai ancora triste, ma un triste utile.

Ah, i miei pazienti con il DOC, puliscono il pulito, controllano l’incontrollabile o il già controllato e pensano a cose passate o che devono ancora verificarsi. Questo non fa sentire meglio e nemmeno utili, solo che loro non lo sanno e continuano a farlo.


Connettiti con gli altri


Se anche alle piante una parolina di incoraggiamento dicono che aiuti, possiamo tranquillamente supporre che un po’ di contatto umano possa giovare anche alla tua miserrima tristezza. 

Sentire il bene delle persone care o anche solo condividere un caffè o una passeggiatina senza fare grandi discorsi, ti ricorda che non sei solo. Sottrai loro il ruolo da psicologi o confidenti se non te la senti, semplicemente stai in loro compagnia e distraiti.

Se non c’è nessuno di disponibile, prova a pensare a quante persone ora nel mondo stanno soffrendo, per mille ragioni. 

Connettiti con loro con il pensiero, anche se non le conosci. 

Prova a mandare loro positività. 

Io non so se davvero a loro arriverà il messaggio, ma so che il fatto di mandarlo farà bene a te. Non sei solo nella sofferenza, mai. 


Programma i weekend 


Se eri abituato a passare il tuo tempo con qualcuno, può essere che avere davanti un intero weekend vuoto ti faccia paura. 

Anche se è importante accettare il vuoto, sentirlo e vedere che non è poi sto granché spaventoso, potrebbe essere una buona idea programmarti in anticipo le cose da fare. 

Idee: andare ad una mostra, a teatro o ad un qualsiasi spettacolo che ti incuriosisce (sì, anche da solo! Io la prossima settimana vado a vedere un musical da sola che a nessuno dei miei amici interessava), fare un giro a Venezia o in una qualsiasi città raggiungibile in treno (che comodità) come un qualsiasi turista. 

Hai mai provato a fare un accento straniero quando ordini qualcosa al bar? Magari passi per scemo, ma uno scemo molto divertente!

Insomma, assumiti come assistente e programmati l’agenda.

Non hai bisogno di un badante per fare cose e frequentare le persone che ti stanno a cuore.

E sì, puoi fare tutto questo anche soffrendo e con l‘umore un po’ giù. Non aspettare di essere felice per fare cose per te. È facendo cose per te che diventerai felice.

Se non ti prendi cura di te, chi mai lo farà eh piantina mia?

La senti la primavera dentro di te? Con tutta sta fatica che stai facendo a gestire sto dolore, ti meriti proprio qualche bel fiore in testa e sulle spalle.

Io vedo che ci sono già dei bellissimi boccioli pronti a schiudersi.


Progetta il futuro a breve, medio e lungo termine


Forse ora non sei nella fase Amore della tua vita. 

Forse sei nella fase paziente, resiliente, riflessiva… 

Magari devi guardarti dentro e capire se quello che non andava può lasciare spazio a qualcosa che davvero vada bene per te. 

E sai, non ti dirò stavolta che l’amore arriverà, perché magari il tuo viaggio è in solitaria ancora per un bel po’, ma continua a fare progetti, realizza i tuoi sogni. 

Anche perché hai un sacco di tempo libero senza un partner che ti richiede attenzioni ed energie, no? Impiegalo bene che magari i fiorellini lasceranno spazio a dei bei frutti maturi e succosi, che lasceranno a loro volta spazio a dei semini e faranno nascere altre piantine…

E se ti iscrivessi all’università? 

O a un corso? 

O ad un workshop? 

Se ti trasferissi? 

Chi lo sa. 

Io ti faccio i miei migliori auguri. 

A volte l’amore fa schifo… 

Ah no aspetta, non è l’amore che fa schifo, ma la sua assenza o i vari camuffamenti! 

Nel frattempo, amati tu che a volte il mondo cha da fare!



Ps. In questo post ho parlato solo al maschile di proposito. 

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